L’opera, realizzata dal collettivo giapponese Mé, è un’installazione che rappresenta l’acqua dell’oceano e le suo onde tumultuose. Intitolata “Contact”, l’opera è parte della collezione del Mori Art Museum. Si tratta di una istallazione iper-realistica di un oceano sospeso: in una piccola stanza ritroviamo ciò che più ci sembra infinito, il mare. Una finestra in fondo alla stanza, quasi come a simboleggiare l’orizzonte, permette l’entrata di una soffusissima luce naturale. L’opera gioca sulle percezioni di “infinito” e “finito”, “statico e “dinamico”: un rebus senza soluzioni che provoca la nostra coscienza fino a mettere in dubbio ciò che per noi è certo del mondo. Oltre che all’indiscutibile bellezza minimale dell’installazione, l’attenzione viene rivolta soprattutto al futuro incerto dei nostri oceani. “Contact” dimostra in un attimo come l’oceano possa diventare la conciliazione di due grandi forze sempre in lotta: la forza e la fragilità; un’opera da cui imparare come convivere con le contraddizioni.
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